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qualcosa di me

… sono un semplice viandante che ha avuto la fortuna (ma anche la sfortuna…) di iniziare molto giovane a farsi domande… domande insolite… domande che un ragazzino non dovrebbe porsi… o forse si. Ricordo che già prima dei quindici anni mi interrogavo su Dio… su cosa davvero fosse, se esistesse, che senso avesse dato alla sua creazione… e se c’era un senso.

Avevo lasciato molto presto la religione cattolica, nella quale, come quasi tutti i bambini, ero cresciuto. Ma ad un certo punto era diventato per me evidente che non avrei trovato le risposte che andavo già cercando. Decisi di cercare quelle risposte dentro di me e attorno a me, osservando il mondo che mi circondava. Guardavo molti documentari, soprattutto quelli scientifici, perché ero curioso di natura e sentivo una forte spinta a conoscere, a comprendere. Avevo una buona propensione verso le materie scientifiche e la forma mentis scientifica.

Al liceo, grazie ad una professoressa di filosofia molto capace, ho imparato ad utilizzare al meglio il mio strumento mente. Ma la filosofia occidentale ad un certo punto mi è sembrata avesse perso di vista il senso dell’esistenza. O forse non ero in grado di capirla pienamente. Ma sentivo che non era la mia strada. A 19 anni ho cominciato a leggere molti libri delle tradizioni orientali. Ho letto un po’ di tutto e molto di quello che leggevo risuonava in me, come se si attivassero antiche memorie, profonde consapevolezze. Ma mancava sempre qualcosa. Rimaneva una sensazione di fondo di incompletezza.

A vent’anni mi sono imbattuto nei libri divulgativi di Douglas Baker. E’ stato il mio ingresso nell’esoterismo moderno, di stampo teosofico e post-teosofico. Per quanto trovassi interessanti i suoi testi erano soprattutto le citazioni dei libri di A. A. Bailey che mi facevano sobbalzare. Così decisi di andare direttamente alla fonte. E all’età di 20 anni ho cominciato a studiare i libri del Maestro Tibetano, il Maestro che ha trasmesso ad Alice la maggior parte dei libri da lei scritti. Le sensazioni che mi si risvegliavano erano incredibili.

Trovavo conferma di cose sempre pensate o percepite, spiegazioni a domande sempre rimaste senza risposta, aperture ad idee e pensieri così vasti da lasciarmi senza fiato… e pagine e pagine di insegnamenti che non riuscivo a comprendere eppure evocavano in me immagini ed intuizioni e una forte spinta a continuare… Avevo trovato la mia via… Studiavo quei libri tanto se non più delle materie della facoltà dell’università che stavo frequentando.

Non sono stati anni facili. Per nulla. Un ragazzo eccessivamente sensibile e solo. Perché certe conoscenze ti allontanano ancora di più da un mondo di superficialità che già sentivo non mio. A 23 anni, mi sono iscritto alla Scuola Arcana di Ginevra. Ricordo ancora l’emozione dell’arrivo della prima dispensa di studio. Un percorso che ho seguito per diversi anni e che mi ha fornito un metodo di lavoro e soprattutto impostato una concezione corretta e profonda di uno strumento fondamentale nella crescita spirituale: la meditazione.

Dieci anni dopo un altro passaggio importante, l’incontro con una persona molto avanti sul sentiero. Ho frequentato lui e la comunità spirituale da lui fondata per 12 anni, approfondendo tematiche fondamentali per un impegno di servizio. Egli aveva approfondito la parte psicologica dell’insegnamento dei maestri orientali e aveva sviluppato un lavoro molto importante sulla psicologia dei Sette Raggi, sull’astrologia esoterica e sul lavoro di gruppo. Così grazie a lui e all’ambiente molto stimolante che aveva fondato ho avuto la possibilità di approfondire non solo tematiche del vastissimo insegnamento del Maestro Tibetano in cui fino ad allora non mi ero addentrato ma anche di lavorare in gruppo e col gruppo. Comprendere i meccanismi e le dinamiche di gruppo. Confrontarmi con gli altri. Imparare a conoscere gli altri e attraverso gli altri me stesso. Tutte le mie riflessioni sulle dinamiche di gruppo, sull’energetica di gruppo, sulle potenzialità del gruppo e sulla leadership collaborativa si sono sviluppate in quel contesto e di questo sarò eternamente grato.

La via per un ricercatore non finisce mai e soprattutto ogni ricercatore deve trovare la propria via. Tempo fa, in uno dei periodi più difficili della mia vita, mi sono imbattuto in una frase: “La Vita Serve la Vita Stessa”. Da allora è diventata anche mia. La crescita, lo sviluppo interiore non hanno mai fine. Se si arrestano è solo per il raggiungimento del limite della propria elasticità psichica. Cioè la capacità di plasmare se stessi, espandersi e assumere forme nuove, più adatte ad esprimere la Vita che si contiene, di cui si è solo parziale espressione.

Con questo Blog il mio intento è mettere a disposizione quel che ho appreso con tanti anni di studio, esperienza, impegno e sacrificio. Quel sacrificio che è il dirottare la propria energia da una forma che ha svolto il proprio compito verso la creazione di una forma nuova, più adatta al ciclo di vita successivo. Nonostante le resistenze di una parte di noi stessi. Superare quelle resistenze determinerà la nascita del nuovo. La partenza di un nuovo ciclo. Non superarle ne determinerà l’aborto. Il restare imprigionati nel ciclo passato. A chi investirà un poco del suo tempo per leggere le pagine di questo blog consiglio di leggere col cuore e con la mente aperti. Solo il cuore aperto può espandere la consapevolezza della mente. Solo la mente illuminata può manifestare i piani percepiti dal cuore. Se ciò che leggi risveglierà un riconoscimento della tua mente e del tuo cuore accoglilo. Se non accadrà ti ringrazio per aver visitato queste pagine. Ti auguro di trovare la tua via come io ho trovato la mia.

Dissertatore

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